Convento di Sant'Antonio

La chiesa è stata restaurata nel 1937, dopo l’acquisto da parte dei Frati Minori Osservanti a seguito di un’asta pubblica tenutasi nel 1936.
Indirizzo 66050 Convento di Sant'Antonio CH, Italia
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Cap 66050
Modalità di accesso

L’ingresso è sul lato sinistro della Chiesa

Porta haec lapidea ligneaque cum plaustri pavimento facta.

Giovannantonio II fece costruire, sul versante sinistro del fiume Treste, il convento dedicato a Sant’Antonio da Padova per i frati francescani, che beneficò con favori e donazioni. Il Convento di Sant’Antonio, a circa 2 chilometri dal paese, sorge su uno dei posti più suggestivi del territorio di San Buono. Il 13 giugno, giorno in cui si festeggia il Santo, il convento è meta di numerosi pellegrini dell’entroterra e del Molise. Il Convento è stato iniziato nel 1575 da Giovannantonio II, e fu ultimato, con l’annessa Chiesa, dal figlio Marino IV, principe di San Buono.

L’ampia chiesa, inizialmente in stile romanico-rinascimentale, fu trasformata in seguito in stile barocco ed ornata con stucchi e putti settecenteschi. Sul portale si legge “Regia sum Regis divini sub nomine Patavini” (Sono la reggia del Re divino sotto il nome del Padovano). La chiesa ha un’unica ed ampia navata, con un coretto sovrastato da un loggiato della medesima estensione, ripartita a destra in tre cappelle, dedicate a San Francesco, Sant’Antonio da Padova ed a San Diego. La cappella centrale, cuore del luogo sacro, accoglie la statua di Sant’Antonio da Padova, costruita nel 1762 da Paolo Di Zinno di Campobasso.

Il santo è rappresentato con un abito da Frate minore, la statua è racchiusa in una spaziosa nicchia. L’altare maggiore conserva lo stile originale, con al centro un bel tabernacolo ornato di preziosi candelabri, alla sinistra San Bernardino da Siena ed alla destra San Giacomo della Marca. Dietro l’altare vi è il coro, dove non sono presenti scanni artistici, ed alla sua destra si apre l’ampia sacrestia. Sotto il pavimento vi sono le tombe della famiglia Carmenini, mentre sulla parete destra della cappella di San Diego c’è una lapide che chiude il sepolcro della giovane Diana Cerella, datato 1872.

La chiesa è stata restaurata nel 1937, dopo l’acquisto da parte dei Frati Minori Osservanti a seguito di un’asta pubblica tenutasi nel 1936. Ancora oggi ne hanno la proprietà e vi amministrano il servizio divino. L’ingresso è sul lato sinistro della Chiesa e sopra il portale si legge "Porta haec lapidea ligneaque cum plaustri pavimento facta fuit anno 1750. Guardiano R.P.F. Bonaventura A.F.". Nel pianterreno il convento ha un ampio corridoio, che si estende per tutta la lunghezza della Chiesa, delimitato dal portone d’ingresso e dal portone di uscita dalla parte opposta, adiacente ad un piazzale, che, fino all’ultimo restauro, aveva un tubo di ghisa che somministrava acqua potabile ai pellegrini e serviva di ingresso alle stalle. Alla metà del lato destro del corridoio si apre una porta d’ingresso al coro della Chiesa, mentre alla sinistra si susseguono due piccoli chiostri.

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